La porta degli ultimi - Lc 13,22-30 |
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Dal Vangelo secondo Luca |
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mentre era in cammino verso Gerusalemme |
È un motivo ritornante quello del camminare. È nella dinamica della vita che siamo capaci di ascoltare e di trovare risposte; nel camminare ci si incontra e ci si confronta, si esce da se stessi per trovare un punto altro rispetto a quello personale ed egoistico dove sia possibile trovare quel nuovo che ci aspetta e che sa di futuro. Siamo troppo chiusi e sedentari per scoprire la profondità della vita e trovare risposte alla storia. Sembra strano dire queste cose in un mondo la cui mobilità è accentuata anche dalla tecnica che ci permette di “navigare” in ogni dove nel tempo di qualche nanosecondo. Ma è così perché per camminare non servono solo le gambe, o gli strumenti tecnologici, serve piuttosto la testa e il cuore o forse anche una buona dose di pancia come luogo delle aspirazioni e dei desideri. |
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la porta stretta |
La porta d’entrata non assomiglia a quelle porte munite di maniglione antipanico che facilitano il passaggio, facili ad ogni tipo di esodo. Ma attenzione la porta stretta non è neppure sinonimo di sacrifici, privazioni o chissà quanti altre alchimie spirituali per dimagrire e passare. Gesù non ci ha dato le dimensioni della porta ma alcune indicazioni per vagliare la vita e misurare il nostro rapporto con lui e non trovarci davanti al rischio di non essere da lui conosciuti. Stretto, come largo sono dimensioni relative e variabili perché ognuno deve misurare la propria vita con la fede, il suo rapporto con Cristo e con il mondo che lo circonda. |
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operatori di ingiustizia |
l’obiezione di quelli che sono rimasti fuori sono: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. In altre parole abbiamo partecipato alla Messa, fatto la comunione, abbiamo ascoltato le tue prediche, insomma siamo buoni cristiani. Nelle obiezioni non c’è vita, mancano le conseguenze dell’ascolto e di quel mangiare e bere. Si sono collezionati gesti religiosi come i bollini fedeltà di un supermercato in attesa del premio finale. Gesù chiama quei cristiani “operatori di ingiustizia”, manca loro la Giustizia intesa come orientamento della propria vita e delle proprie scelte. Non si entra dalla porta perché abbiamo collezionato una serie di punti, ma perché abbiamo orientato la nostra vita verso quel passaggio nel Regno definitivo. |
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Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno |
Quella porta sarà così affollata che diventerà stretta, per questo diventa urgente il dialogo con l’uomo, la comunione con lui … non conta aver mangiato e bevuto alla sua presenza, conta aver condiviso la terra e la storia con ogni uomo: da oriente ad occidente, da nord a sud. Conta condividere la vita con gli ultimi della terra, non c’è un’altra giustizia e neppure un altro vangelo. |